Lemon Pie

by

Traduttrice:
                     Tradotta per il sito http://www.manganet.it/
                     Se volete mettere questa traduzione nel vostro sito scrivetemi, così posso comunicarlo all'autrice.
                     Grazie

Questa è una fanfiction di genere "lemon", cioè con contenuti esplicitamente sessuali.
E' quindi proibita ai minori di 18 anni.

Fette di Passione e Fantasia

A Ranma ½ Lemon Series

by

Jeremy Harper

Rinuncia - Ranma ½ è una creazione di Rumiko Takahashi e è usato senza permesso.

Prima Fetta: Tutti Legati Senza Potersi Muovere

Ranma si svegliò lentamente, sbadigliando e stirando il collo. Non aprì gli occhi o si alzò, contento di stare ancora sdraiato per un po’, riflettendo sui giorni passati, mentre la nebbia del sonno si dissolveva piacevolmente dalla sua mente. Odiava ammetterlo, ma lui si stava divertendo in questo viaggio di addestramento. Aiutava il fatto che suo padre non era con lui questa volta. Benché Ranma fosse un artista marziale fanatico, non gli dispiacque essere risparmiato dal folle, spesso ipocrita regime di addestramento di Genma. Né il fatto che Soun lo avesse costretto a portarsi con lui Akane, lo affliggeva particolarmente. Nonostante quello che si possa pensare era stato abbastanza bene con la sua fidanzata. Finora era riuscito a coesistere pacatamente con lei per i tre giorni passati in cui si erano accampati sulle montagne. Loro parlavano, facevano a pugni, si esercitavano insieme… diavolo, l'aveva aiutata anche a fare un buono stufato per cena la notte scorsa ed era stato colpito sulla testa una sola volta leggermente. E’ vero, aiutava il fatto che nessuno dei vari personaggi che sapevano come pigiare i suoi ed i numerosi tasti di Akane erano in giro per peggiorare le cose, ma a Ranma non importava. Si stava godendo la pace e la piacevole compagnia fintanto che era possibile. Con buona speranza nessuno li avrebbe infastiditi fino a che non fossero tornati a Nerima.

Ranma sbadigliò di nuovo e si leccò le labbra. Aveva oziato abbastanza – era tempo di alzarsi, scovare il maschiaccio ed cominciare i loro esercizi mattutini. Ed anche la colazione - certamente non poteva dimenticarselo. Decise che il bacon sarebbe andato benissimo per oggi; ce ne dovrebbe essere ancora un po’ nei loro approvvigionamenti. I muscoli delle sue braccia ed della schiena erano indolenziti e bloccati. Ranma tentò di alzarsi e stirarsi, ma si accorse che non poteva. Qualche cosa glielo impediva, tenendolo in giù.

La mente di Ranma si schiarì, vigile ed allarmata. I suoi occhi si aprirono. Non era nella sua tenda. Ranma fissò un chiaro, meraviglioso cielo blu, spaventato. Si guardò intorno, cercando di capire dove si trovasse, capendo di essere ancora nello spiazzo erboso che lui ed Akane avevano scelto per il loro campeggio, le loro tende erano a pochi metri sulla sua sinistra. Era legato a terra, i suoi polsi uniti vicino alla testa. Erano legati con una forte corda di nailon legata a sua volta con i pali della tenda, piantati profondamente in terra. Ranma testò le corde che lo bloccavano, capendo che forse poteva alzare le braccia di pochi centimetri, niente di più. Esercitò più pressione, determinato a togliere i pali dalla terra. Tirò per un minuto, alzando le spalle da terra, la sua faccia divenne rossa per lo sforzo e crollò di nuovo sul tappeto erboso, vinto. "Maledizione…" ringhiò Ranma frustrato.

Riusciva a rompere massi di calcestruzzo e catene di ferro. Non c'è possibilità che un semplice paio di corde e pali possano riuscire a bloccarlo. A meno che loro non fossero così semplici come sembravano… Ranma guardò attentamente i nodi. Erano posizionati nella parte inferiore dei suoi polsi. Le sue mani e polsi erano molto flessibili; forse poteva scegliere i nodi con le punte delle dita. Tentò, ma non ci arrivava. Tentò ancora con tutta la forza, ma il secondo tentativo non andò meglio del primo. Ranma sospirò frustrato. Forse avrebbe potuto estrarre i pali se avesse avuto un migliore sistema di leve. Le corde erano abbastanza lunghe per permettergli di mettersi in ginocchio. Ranma tentò di alzare le gambe, ma non ci riusciva. Un altro paio di corde e pali gliele bloccava. "Me lo dovevo immaginare," ringhiò.

Sospirando Ranma lasciò cadere di nuovo la testa sull'erba e fece mente locale sulla situazione. Dire che non era una bella situazione era una dichiarazione attenuata. Aveva sperimentato molti scenari strani nella sua giovane vita, ma essere legato a terra, all’aperto, da persone ignote, non portando altro che una maglietta ed un paio di boxer, era la prima volta. Non un romanzo, vero, ma nondimeno la prima volta. Chi aveva fatto questo e - il pensiero lo colpì improvvisamente come un secchio di acqua fredda – e se avessero fatto la stessa cosa ad Akane? Una paura fredda afferrò la sua gola e cuore. Ranma tirò le corde, alzando la parte superiore del corpo, i suoi denti stretti mentre usava tutta la forza di cui era capace, ma queste limitazioni di semplice nailon ed acciaio non si muovevano. "Basta, dannazione," sibilò, raddoppiando i suoi sforzi.

Qualcuno rise davanti a lui. Spaventato, Ranma smise ti tirare, lasciandosi cadere di nuovo in terra con un grugnito. Guardò in alto, con uno sguardo selvaggio. Vide Akane seduta su una pietra vicino ad un albero. Era vestita con il suo favorito gi giallo, inclinandosi verso di lui, rimanendo ferma protese le gambe di fronte a lei, incrociando le caviglie nude. Lei sorrise a Ranma; i suoi occhi marroni lo guardarono maliziosi.

"Akane?" disse Ranma, confuso. "Cosa sta succedendo? Stai bene?"

Akane rise di nuovo. "Io? Io sto bene. Non sono mai stata meglio in tutta la mia vita."

Un solletico di preoccupazione passò dalla schiena al collo di Ranma. "Vorrei poter dire la stessa cosa," disse cautamente. Un pensiero si formulò nella sua mente, un mezzo sospetto che lui sperava fosse sbagliato. "Potresti spiegarmi cosa mi è successo?"

Il ghigno di Akane si allargò. Il solletico sul collo di Ranma divenne un brivido che correva in giù per la sua schiena. Akane si sedette, piegando le gambe al proprio torace, avvolgendo le braccia intorno e mettendo il mento sulle ginocchia. Guardò verso Ranma divertita.

"Oh, intendi l’essere legato a terra?" disse alla fine con finta innocenza. "L’ho fatto io."

Ranma era incredulo. Per metà si aspettava questa risposta, ma ancora ne rimase scioccato. "T-tu?" riuscì a balbettare. Lei accennò col capo felicemente. "PERCHE’?" chiese.

"E’ così." Akane rise. "Ammetto che non pensavo che sarei stata capace di farlo, ma… wow Ranma, hai davvero un sonno pesante."

Ranma diventò di nuovo rosso, questa volta non per lo sforzo. I suoi occhi blu cominciarono a restringersi pericolosamente, la sua lunga treccina nera ritta dietro la testa, ad arruffarsi. Le sue labbra si chiusero in un ringhio, ed un ringhio basso borbottò nelle profondità della sua gola. Con violenza quasi maniaca tirò di nuovo le sue catene. Ranma immaginò di poter sentire del vapore che usciva dai suoi orecchi. Finalmente si arrese, incapace di liberarsi, anelando per l’intensità del tentativo.

Akane si alzò e camminò verso di lui. Stava camminando divertita. Ranma si sollevò per un momento per guardarla da vicino. Stava ancheggiando leggermente - in un modo che aveva visto fare a Shampoo. Il suo sorriso era ancora pericoloso, ma anche allegro, pressoché… affettuoso. E lo sguardo nei suoi occhi… Ranma aveva visto quello sguardo anche negli occhi di Shampoo. Non sapeva come descriverlo realmente, ma vedere Akane che lo guardava così gli fece restringere la gola. Deglutì con fatica per alleviare la tensione.

"E’ inutile che tu lotti, Ranma," disse Akane allegramente. "Ho legato le corde sotto la tenda ai pali più profondo che potevo, sono molto brava nel fare nodi. Non riuscirai a liberarti fino a che non te lo lascerò fare."

La rabbia ritornò ad essere il primo pensiero di Ranma, allontanando il suo disagio. "Akane, liberami subito," chiese.

"Dopo tutta la fatica che ho fatto per legarti? Non penso, Ranma." c'erano stati tempi in cui si era chiesto se Akane veramente potesse essere parente di Nabiki. Non aveva più questi dubbi. La fissò, ringhiando leggermente come un cane che comincia ad arrabbiarsi. Lei ora era vicino ai suoi piedi, studiandolo. "Ti ho fatto questo per una ragione, Ranma. Voglio farti una domanda, e non volevo che tu fuggissi quando te lo chiedevo. Voglio una risposta onesta da te. Quando lo farai ti libererò, va bene?"

Il brivido percorse di nuovo la spina dorsale di Ranma. "Okaaay…" disse lentamente, tentando di nascondere il suo nervosismo. "Penso che sia stato un po' estremo, legarmi così. Comunque, di cosa devo parlare? Chiedi."

Immediatamente la pericolosità svanì da Akane, sostituita con una ovvia tensione. Il suo atteggiamento divenne quello di una scolara nervosa in classe. Un debole rossore si formò sulle sue guance, i suoi occhi precedentemente decisi ed insolenti si abbassarono, non guardandolo direttamente. Si leccò le labbra e prese un respiro profondo per farsi coraggio.

"Ranma, pensi davvero che io sia - che io sia brutta?"

Ranma sbatté varie volte le palpebre. Non poteva credere ai propri orecchi. Aprì la bocca per rispondere poi la chiuse, incapace di parlare. Scosse la testa, come un cavallo importunato da una mosca, poi tentò di nuovo.

"Lasciami capire," disse con una voce starna, senza espressione, "Mi hai trascinato fuori dalla mia tenda, mi hai legato qui nel mezzo, all'aperto, in mutande, solo per chiedermi se sei brutta?"

"Beh… sì," rispose Akane, sembrando come se sentisse la sua motivazione ovvia e logica, e che Ranma fosse stupido a chiederlo.

Ranma diventò di un profondo, ricco, rosso. La sua rabbia eruttò, come lava da un vulcano. Definitivamente adesso del vapore doveva uscire dai suoi orecchi. Akane avanzò di nuovo, sembrando sorpresa, ed la rabbia di Ranma crebbe ulteriormente. Aveva il coraggio di pensare che non avrebbe reagito così?

"Di tutto quell - " cominciò Ranma con un ringhio. Si fermò, scuotendo la testa nel tentativo di calmarsi. "Akane, liberami immediatamente," chiese, frenando la rabbia più che poteva.

"No," Akane disse caparbiamente. "Non finché non rispondi alla mia domanda."

"Vuoi una risposta? Bene! Sì, sei brutta. Tu sei la ragazza più brutta che io abbai mai avuto la sfortuna di incontrare, e questa è la cosa più brutta che tu ABBIA mai fatto in tutta la tua vita! Ora liberami."

Era la volta di Akane di arrabbiarsi. I suoi occhi brillarono pericolosamente, le sue labbra si restrinsero e sembrava quasi sul punto di picchiarlo. Gli lanciò un’occhiata fulminante. "Stai mentendo Ranma," lo accusò.

"Col cavolo! Liberami, dannazione."

"Non finché non mi dici la verità!"

"Akane Tendo, se non mi sleghi in questo momento io - io - Bene, non so quello che farò, ma ti prometto che non sarà piacevole!"

Akane stava per parlare di nuovo, ma si controllò, come se fosse stata colpita da un’idea improvvisa. La sua espressione divenne astuta, il suo ghigno si trasformò in un brillante sorriso, quasi cattivo. Ranma la guardò, confuso. Sotto la rabbia che preponderava, la sua apprensione si rimanifestò, celata, ma forte.

"Proviamo un altro approccio," mormorò. "Ranma, ti farò una domanda diversa." Con un sorriso cattivo, Akane slegò il suo gi e se lo sfilò, lasciandolo cadere noncurante a terra. Non indossava niente sotto. Ranma rimase scioccato, i suoi occhi che divennero larghi, pieni di panico. Notando questo il suo sorriso divenne anche più brillante. "Pensi davvero che io sia ‘piatta come una tavola’?"

Ranma tentò di rispondere, ma non riusciva a vocalizzare le parole che le sue labbra volevano pronunciare. Non riuscivano a passare attraverso la sua stretta, improvvisamente asciutta come il deserto, gola. Non riusciva a far altro che fissarla incredulo. Akane era magra, flessibile e proporzionata. Il suo stomaco era piatto e tonico e le sue braccio nude davano un'impressione di grande forza, ma ancora femminilmente snelle, lontano da essere troppo muscolose. La sua pelle liscia era senza macchie o imperfezioni, pressoché del colore di una perla. Tutto questo Ranma lo aveva notato di sfuggita, perché i suoi seni avevano attirato inesorabilmente il centro della sua attenzione. Akane non era dotata esageratamente, ma era piuttosto lontana dall'essere piatta. ‘Perfetta’ sembrò la migliore descrizione. I suoi seni sembravano sodi ed insolenti, essendo in rilievo orgogliosamente, i suoi capezzoli color rosa erano prominenti e molto eretti. Akane si mise le mani dietro la schiena e tirò leggermente indietro le spalle, per mostrarsi meglio, guardando Ranma per tutto il tempo con un’espressione divertita. Ranma deglutì a fatica. Si sentiva incredibilmente caldo, come devastato da una febbre intensa, e stava sudando visibilmente. Il suo naso si contorse; per un momento ebbe paura che avrebbe cominciato a sanguinare, ma la sensazione si fermò rapidamente. Questo non lo confortò; il sangue era andato a nutrire un'altra parte del suo corpo. Alla fine riuscì a distogliere il suo sguardo da Akane, fissando il cielo con un’intensità disperata.

"Sì, tu sei," disse alla fine, con una voce rauca. "Fluh – la ragazza più piatta che ho mai visto."

"Ora sono sicura che stai mentendo."

"Non è così."

"Da quello che vedo io, è ovvio che sia così." Avvicinò un dito del piede e spinse molto dolcemente la grande protuberanza che appariva dai boxer di Ranma. Ranma guaì e tentò di allontanarsi da lei.

"Cosa diavolo stai facendo, Akane?! Questo non è divertente. Liberami, dannazione!"

"Non finché non mi dici la verità," rispose Akane con una voce cantilenante. Lei si voltò, mostrando il suo sedere nudo a Ranma, guardandolo da sopra la spalla. "Ho un'altra domanda per te, Ranma. Guardami."

Ranma ringhiò, il suo imbarazzo permise alla rabbia di riaffiorare. "Che cosa?" urlò, guardandola di nuovo. Akane gli fece un sorriso brillante, giunse all’elastico delle proprie mutandine e se le tolse. Ranma rimase senza fiato. Lei rise, calciando via le mutandine e dimenando il sedere, stando sul suo fidanzato, nuda come Eva nel giorno della creazione.

"Pensi VERAMENTE che ‘le mie cosce siano troppo grosse’?" chiese Akane beffardamente. Ranma non riuscì a rispondere immediatamente. Scosse bruscamente la testa, e rimase con la bocca aperta. Era incredibile come lui non avesse mai compreso come… formosa… era Akane, anche dopo averla vista nei vari costumi da bagno in tutto il tempo dal loro fidanzamento. Il suo sedere sembrava MOLTO sodo e forte, e le sue gambe erano lunghe, lisce come la seta e ben fatte. In effetti, erano le migliori che avesse mai visto, e Shampoo, Ukyo e Kodachi non erano niente male da quel punto di vista. Ranma prese un respiro profondo, le sue emozioni che nuotano in un mare di mancanze contraddittorie e desideri. Guardò di nuovo verso il cielo.

"Sì. Definitivamente," riuscì a dire. Sentì Akane sospirare frustrata.

"Non posso credere che tu sia così caparbio, Ranma. Ti ucciderà ammettere solo la verità?"

"Cosa ti fa credere che non l’abbia fatto?" chiese lui, lievemente isterico.

"Se non puoi capirlo da solo, sei ancora più senza speranza di quello che credevo," rispose lei senza espressione. Si girò di nuovo verso di lui ed si protese in avanti, stando in piedi con le gambe divaricate sopra di lui, con le mani sulle anche. Guardò in basso verso di lui, le labbra strette pensierosamente. Ranma fece del suo meglio per non guardarla direttamente. Improvvisamente si inginocchiò in giù, sedendosi delicatamente sullo stomaco di Ranma. Si inclinò verso di lui, tenendogli la faccia tra le mani, costringendolo a guardarla diritta negli occhi. Il suo sguardo era pieno di desiderio; Ranma cominciò a tremare per la sua intensità. Akane portò la sua faccia vicino alla propria, a pochi centimetri. Chiuse lo spazio che li separava e lo baciò. Il bacio era gentile all’inizio - come il tocco dell'ala di una farfalla. Lei aumentò lentamente la sua intensità, pigiando più forte. La sua lingua leccò i suoi labbri, tentando di infilarla nella bocca di Ranma. Istintivamente lui l'aprì, e fu sballottato dalle sensazioni evocate dal contatto della sua lingua contro la propria. Lei ruppe il bacio, pigiando la sua guancia contro Ranma prima di allontanarsi leggermente. Akane respirava pesantemente, la sua faccia era rossa, mentre Ranma era bloccato dallo stupore, la sua testa abbandonata, fissando con gli occhi larghi il cielo.

"Ranma," bisbigliò. Ranma scosse bruscamente la testa e la guardò con attenzione. La sua mente si schiarì, e lui concentrò l’attenzione su di lei. "Pensi davvero che io non sia sexy?" Ranma non parlò, ma accennò semplicemente una volta con la sua testa, esitante.

Gli occhi di Akane si riempirono di dolore. Si allontanò da lui, con le lacrime agli occhi, alzando una mano per schiaffeggiarlo. Tuttavia non lo fece. Con uno sforzo visibile si frenò, chiudendo la mano aperta in un pugno e lentamente, tremante abbassò il braccio. Ranma desiderò che l’avesse schiaffeggiato. Lui voleva colpirsi, forte. Non poteva credere di avergli risposto così. Dentro di sé si maledisse per essere così schiavo della routine, dell'orgoglio e delle cattive abitudini.

Akane inspirò profondamente, poi guardò verso Ranma, le sue sopracciglia si inarcarono. Il dolore e la rabbia avevano lasciato i suoi occhi, sostituiti da un'astuzia predatrice. "Bene," disse vivacemente. "Vedo che hai intenzione di essere stupidamente caparbio e di costringermi ad usare misure estreme. Io AVEVO sperato di farti ragionare, ma avrei dovuto aspettarmelo." Ranma impallidì leggermente e rabbrividì. Se lei pensava che fino ad ora le sue azioni erano state contenute, esattamente cosa diavolo considerava estremo? Lei si inclinò in giù e lo baciò, un bacio rapido, che represse efficacemente il suo tremito, poi si voltò così che il suo sedere era girato verso di lui. Ranma era preoccupato, non comprendendo cosa volesse fare Akane. Almeno finché sentì le sue mani sottili che toccavano la cintura dei suoi boxer.

"Cosa diavolo?! Akane - non lo fare -! " protestò Ranma, contorcendosi in un sforzo per allontanarla, o almeno per tenere le sue parti intime coperte. Akane lo picchiò leggermente sulla coscia e abbassò i suoi boxer, poi si fermò immobile.

"Oh mio…" sentì Akane ansare, un'eco di Kasumi.

"Cosa c’è?" urlò Ranma. Akane rise nervosamente. Ranma ringhiò attraverso i denti stretti. "Cosa diavolo c’è di così divertente?" chiese in un tono pericoloso.

Akane cominciò con uno squittio. "Nulla! Nulla!" lo rassicurò. Lo guardò da sopra la spalla, le sua faccia leggermente rossa. "Avevo solo dimenticato come sei… umm… sano." Ranma arrossì, non sapendo come rispondere a quello. Akane rivolse di nuovo la sua attenzione al suo membro.

"Cosa hai intenzione di fare?" chiese lui, MOLTO preoccupato.

"Questo." Lei toccò il suo pene, molto leggermente con la punta di un dito. Gli occhi di Ranma si spalancarono alla potente, piacevole sensazione che aveva attraversato il suo corpo come una corrente elettrica. Lui inarcò la schiena, stringendo la mascella, i tendini in rilievo, visibilmente lungo il suo collo. Il suo fiato sibilò bruscamente attraverso i suoi denti. Akane lo toccò di nuovo, e cominciò ad esplorarlo. Lo accarezzò delicatamente, usando solamente le punta delle sue dita, facendo contatto appena, stuzzicandolo con carezze appena accennate. Un gemito uscì involontariamente dalla gola stretta di Ranma. Le sue anche si muovevano, il suo corpo che desiderava istintivamente un contatto più fisso di quello che gli stava dando così crudelmente Akane. Lei continuò a lisciarlo così, poi Ranma la vide abbassare la testa. Sentì la sua lingua dare alla cima del suo membro, una leccata delicata.

Gli occhi di Ranma si chiusero. Un fiotto fresco di piacere lo colpì come un fulmine, rendendo più intense le azioni stuzzicanti di Akane. Lui tese contro le sue catene, sospirando fuori, "Akane!"

Akane si alzò e guardò di nuovo Ranma, fermando le sue azioni, ma non lasciandolo. "Sì, Ranma? Adesso hai intenzione di dire la verità?" Ranma accennò col capo, anelando. "Bene, cominciamo dall’inizio. Pensi che io sia brutta?" Lui scosse la testa. Akane sorrise. "Pensi che io sia piatta come una tavola?" Un altro scuotimento della testa; il suo sorriso crebbe. "Pensi che le mie cosce siano troppo grosse?"

"No…" sospirò Ranma.

"Pensi che io non si sexy?" Akane enfatizzò la sua domanda con un movimento, tracciando le punta delle dita sulla parte inferiore del suo pene.

"Oh, Dio no," lui gemette. Il ghigno di Akane si era allargato ulteriormente. Lei lo guardò fisso con un’euforia trionfante. "Un'ultima domanda," disse, trasformando la sua voce in un bisbiglio profondo, caldo. "Vuoi scoparmi, Ranma?"

"YESSSSS…" urlò Ranma. Akane si alzò, allontanandosi da lui. L'intensità dell'espressione di Ranma era quasi spaventosa. Era sudato ed rosso, i suoi capelli arruffarono, i suoi denti stretti in un ringhio primitivo. I suoi occhi bruciavano; la corona di un fuoco crepitante poteva descriverli. "Sì…" disse di nuovo. "Io ti voglio scopare. Ho voluto scoparti fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, quando entrasti nuda nel bagno."

"Ah! Bene… ho paura che ti deluderò. Sono arrabbiata con te per avermi fatto passare tutto questo per farti dire la verità, così non ti permetterò di scoparmi." l'espressione di Ranma, mista di oltraggio e delusione, la fece ridere. "Invece, ho intenzione di scopare te."

Ranma allargò gli occhi. "Uh… qual è la differenza?" la sola risposta di Akane fu un suo sorriso cattivo. Si girò e chinò la testa verso il suo membro. La sua bocca, calda e bagnata, l'avvolse dolcemente. Ranma ansimò. Lui sentì Akane mormorare un avviluppato, soddisfatto sospiro, e cominciò a muovere la testa, muovendosi dal basso alla cima del suo membro e poi di nuovo in giù. Ranma chiuse di nuovo gli occhi, e lasciò cadere la testa sul tappeto erboso. Perse il controllo della voce ed cominciò a lamentarsi, ansimando leggermente. Se la sensazione causata dalla sola leccata di Akane era stata un fulmine rapido ed acuto ai suoi sensi, i piaceri generati dalle sue attenzioni correnti erano simili alle onde di un oceano estivo che lo bagnavano: calde e calmanti, carezzevoli e amorevoli. Akane mosse la mano insieme ai movimenti della bocca. La lingua si muoveva e avvolgeva il suo membro. Si alzò di nuovo e leccò molte volte la sua punta. Ranma sospirò in apprezzamento, inarcando la schiena. Akane lo riprese nella sua bocca. I gemiti di Ranma divennero più profondi, mentre il suo ritmo diventava più veloce. Si sentiva come se stesse volando, come sospeso in una nube fosca, dorata, di piacere distillato. Nello sperimentare questa beatitudine tutto a parte Akane scomparve, lui ed il piacere che lei le stava dando in qualche modo divenne etereo; i suoi dintorni si affievolirono alla vista. Il tempo perse ogni significato - un secondo, un minuto, un'ora - tutto lo stesso. Akane si fermò, alzandosi da lui per prendere fiato. Lei ancora glielo toccò con la mano, ma l'intensità diminuì e la consapevolezza ritornò a Ranma. Lui aprì gli occhi e guardò al sesso di Akane, aperto, di colore rosa e molto bagnato, incoronato da un piccolo ciuffo di peli blu-neri e morbidi come la seta. La bocca di Ranma si bagno e lui si leccò le labbra. Lo voleva assaggiare. Alzò la testa, tentando di mettere le sue labbra su lei ma non riuscendo ad arrivarci. Ranma si lamentò. Tentò di nuovo e riuscì quasi a toccarla, quando Akane si allontanò.

"No," lui la sentì dire, la sua voce bassa e senza fiato. "No, non puoi. Io sono ancora arrabbiata con te." Ranma gemette per la delusione, ma lei non ci fece caso. Si alzò, ondeggiando leggermente, poi si girò verso di lui, guardandolo diritto negli occhi. Lei sorrise di nuovo perfidamente. "Inoltre, ho qualche cosa di meglio in mente." Akane si appoggiò sulle anche di Ranma, mettendo una mano sul suo largo torace per appoggiarsi e prendendo il suo pene con l'altra. Leccandosi le labbra, lei pigiò l'apertura stretta del suo sesso contro la cima del suo pene. Ranma sentì una scossa a quel contatto come se fosse stato colpito da un’arma da fuoco, ed Akane gemette rumorosamente, il primo suono di piacere che lui le avesse sentito fare. Lo inserì in lei lentamente, centimetro per centimetro, emettendo dei piccoli gemiti, finché tocco la sua vita, penetrando completamente.

"Oh… oh dio…" gemette lei, piegando indietro la testa, ed alzando le mani per toccarsi il seno. Ranma guardò tutto questo in timore riverenziale e con desiderio, in silenzio ad eccezione per il suo respiro affannato. Akane guardò in giù verso di lui, i suoi occhi marroni stranamente offuscati e non concentrati. Lei si curvò in avanti, prese la sua faccia tra le mani e lo baciò con desiderio. Ranma le rispose con un uguale fervore, le loro labbra si muovevano, le loro lingue si accarezzavano. Si baciarono per un minuto intero prima che Akane si allontanasse, sollevandosi. Carezzò dolcemente la guancia di Ranma prima di mettere le mani sul suo torace. Cominciò a muoversi delicatamente, poi più forte, alzandosi leggermente e tornando di nuovo in giù, ogni movimento accompagnato da un lamento, che diventava più profondo con le ripetizioni. Akane passò le mani in giù sul torace di Ranma verso il proprio stomaco, fino ai suoi seni. Li strinse di nuovo, le sue dita che accarezzano abilmente i capezzoli eretti. "Ranma…" ansimò.

"Akane…" rispose Ranma. Lui anche stava gemendo, non così forte. Lei era così stretta e calda intorno a lui… era incredibile. Non aveva mai provato lontanamente un piacere così intenso come fare l’amore con Akane. La guardava muoversi sopra di lui, poi cominciò a muovere le sue anche alzandosi mentre Akane andava in giù. Lei gridò, più forte. "Oh Ranma…" Improvvisamente si accese dentro di lui un bisogno bruciante. Aveva bisogno di essere libero. Aveva bisogno di abbracciarla, premere il suo torace contro i suoi seni, schiacciare le sue labbra morbide alle sua. Il suo sangue portò questa richiesta ai suoi orecchi. Le sue braccio dolsero per questo. Il suo cuore batté più velocemente. Ranma si fermò e tirò le corde che legavano i suoi polsi. Akane stava quasi gridando, la sua voce alta e stridente per il piacere. Ranma emise un lamento. Sentì il nailon che si rompeva, permettendogli lentamente di liberarsi. Si sedette in un attimo ed avvolse le braccio intorno alla sua fidanzata, schiacciando il suo corpo flessibile contro il proprio, la bocca che cerca la sua. La baciò selvaggiamente, e sentì il corpo di lei tramare attraversato da un brivido. Akane di nuovo abbandonò indietro la testa e gridò il suo nome, e mentre lei lo faceva, lui sentì qualche cosa arrivare al proprio interno. Le sensazioni arrivarono e si svilupparono dentro di lui con forza nucleare. "AKANE!" gridò, mentre il piacere dell’orgasmo fracassava la sua testa in mille pezzi. Lui crollò, precipitando dolcemente in una calda luce dorata, tirando Akane in giù con lui, mentre lei gli dava una pioggia di baci sulla faccia…

* * * * *

Ranma si svegliò. Guardò la sua tenda e si mise a sedere, gettando via la coperta. Scosse bruscamente la testa e si passò la mano sulla faccia. Sentì i suoi boxer bagnati ed appiccicosi e si sentì molto bene, un ardente euforia che passa attraverso il suo corpo e la sua mente.

"Whoa…" disse, sospirando. "Era… intenso." Scosse di nuovo la testa. Aveva avuto di quando in quando sogni erotici, ma mai di un’intensità così forte. Lo ricordò ed arrossì leggermente. Guardò nella direzione dove c’era la tenda di Akane. La sua euforia divenne apprensione quando si chiese se avesse fatto qualche rumore durante il sogno, e se in tal caso Akane lo avesse sentito. Decise di cambiarsi prima che Akane lo vedesse così; loro stavano andando d’accordo in questo viaggio di addestramento, e lui non voleva rovinarlo litigando con lei per essere un pervertito… anche se questa volta avrebbe avuto un buon motivo. Prese dei vestiti puliti ed un asciugamano, guardò fuori dalla tenda, per vedere se la via era libera, e corse verso il lago. Ranma si chiese istintivamente se Akane avesse mai sogni come quelli su di lui, ma congedò rapidamente quell’idea come un desiderio impossibile.

Akane sbirciò fuori, attraverso l’apertura della sua tenda, in tempo per vedere Ranma correre verso il lago. Un rossore colorò le sue guance, e si spostò leggermente sulle ginocchia, le sue mutande era piuttosto umide…

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Note dell’autore

Questo è la prima di quella che spero diventi un serie a finale aperto di storie "lemon", esplorando i vari sogni erotici e voglie che potrebbero aleggiare attraverso le consapevoli e inconsapevoli menti dei personaggi di Ranma ½.

Il seme di questo ‘fetta’ si può trovare nella storia ‘Elf Help’, stampata nell’eccellente libro comico per adulti di Phil Folglio, "XXXenophile".

Commenti e critiche sono benvenuti. Grazie per il vostro tempo e tolleranza.

Jeremy Harper